Permettimi d’insistere e Non so se mi spiego
di Andrea Cabassi, 2018 e 2021
Ti è mai capitato di sentirti “arrivato”, ma allo stesso tempo di scoprire di non essere felice?
È quello che è successo ad Andrea Cabassi: 40 anni, un lavoro fisso e remunerativo in azienda che sta per fruttargli la dirigenza, una ragazza che risponde a tutti i requisiti per diventare la moglie perfetta, una bella casa… ma Andrea non si sente appagato, tanto da spedire, quasi per gioco, il suo curriculum in giro per il pianeta. Finché non fa centro: dopo aver sudato sette camicie per il turbinio di emozioni che lo attraversano, molla tutto e si trasferisce a Dubai! A raccontare quella che ha tutta l’aria di essere solo un’avventura da romanzo, ma che in realtà è una storia vera, è proprio Andrea nel suo libro Permettimi d’insistere, una “gustosa” (non a caso è anche strutturato come un menù da ristorante, con tanto di aperitivo, antipasto e tutte le seguenti portate) narrazione, autentica e colma di ironia. Questo libretto poco voluminoso, ma denso, urla a piena voce che, mentre rimandiamo, lo scorrere del tempo non cessa e la vita passa. È un’iniezione di fiducia, motivazione e coraggio per quanti, braccati da scadenze, orologi, clienti, conferenze, riunioni e impegni vari, vogliono svegliarsi e ricominciare, focalizzandosi sui propri reali bisogni piuttosto che su quelli che la società impone: lavoro-casa-famiglia in quest’ordine e tassativamente entro una certa età. E se qualche scettico dovesse cadere nella tentazione di pensare “La fa facile, lui, con un bel conto in banca e nessuna preoccupazione”, sappi che, come ci racconta lo stesso Andrea, non è scontato voltare le spalle a quarant’anni di certezze, ancora di più se si è affetti da rettocolite ulcerosa, una patologia con la quale convivere non è affatto rose e fiori.
Fortunatamente anche dalle brutte esperienze si possano trarre cose positive: quando anche io ho scoperto di dover fare i conti, molto probabilmente, con una MICI – no, i gatti non c’entrano nulla: MICI sta per “malattie infiammatorie croniche intestinali” – e tutto mi è sembrato buio e senza uscita (tra un “come farò a girare il mondo, ora?!”, un “Alessandro dobbiamo parlare” e svariati litri di lacrime di disperazione), ho trovato una guida di viaggio (scaricabile gratuitamente qui https://andreacabassi.com/m-i-c-i/ e utile anche per chi è in piena salute) per chi ha problemi intestinali come me… e indovina chi è l’autore? Proprio Andrea! Leggendo la sua storia ho capito che non aveva senso buttarmi giù e che, se avessi affrontato un passo alla volta quanto stava succedendo, la mia vita non sarebbe poi cambiata granché… soprattutto se avessi sempre avuto a disposizione un bagno nei momenti di emergenza! 😉
Ma torniamo ad Andrea. Nonostante tutto, l’esperienza a Dubai non gli basta ancora e decide, due anni dopo, di fare il salto, prendendosi un anno sabbatico. Con un biglietto di sola andata, raggiunge il Sudamerica, che attraversa, via terra (a piedi, in autostop e con i mezzi pubblici), da sud a nord, in 299 giorni. E di nuovo ci invita a cena, corredando, questa volta, il menù con delle colonne sonore d’accompagnamento, ascoltabili inquadrando i QR code disseminati all’inizio dei capitoli di Non so se mi spiego, prosecuzione del primo romanzo. Tra falafel, samosa, syrah, dall’Uruguay, alla Colombia, passando per Cile, Argentina, Brasile, Bolivia, Perù ed Ecuador, leggendo le avventure di Andrea, diventato padrone del proprio tempo, non ti sarà più così difficile pensare alla sua scelta non come ad una follia, ma come ad una presa di coscienza.
D’altronde, “se fossimo fatti per stare in un solo luogo, avremmo radici anziché piedi”. No?
Per tutti coloro che anelano un cambiamento, o che semplicemente amano sognare, questi due libri sono inni alla libertà che ci ricordano che non bisogna aver paura di vivere.
“Nascere è un miracolo, una fortuna […]. E allora, per come sono fatto, sento la spinta e il dovere di andare a scoprire il pianeta terra. Viaggiare è da sempre una delle cose che più mi emoziona, e ho deciso di continuare a inseguire le mie chimere, ascoltare la mia pancia e assecondare il mio istinto. L’importante è che, se senti che ti manca qualcosa, se senti l’istinto di inseguire un sogno, apri gli occhi, stringi forte le palle, e te lo vai a prendere. Quello che succederà dopo, strada facendo, t’inventerai come gestirlo. La tua vita è tua ed è una. Permettimi d’insistere.”
(Permettimi d’insistere, p. 122)
Andrea Cabassi, Permettimi d’insistere, Autopubblicato, 2018, pp. 128; Idem, Non so se mi spiego, Cabassi Andrea, pp. 240.