“Where’s the Craic?”
Non provare a cercare la traduzione in italiano perché probabilmente rimarresti deluso.
Il “craic” è un’atmosfera e per viverla dovrai perderti tra i vicoli del centro di Dublino, per le strettoie buie e fumose, stenebrate solo dai lampioncini dei locali.
I pub, una vera istituzione irlandese, sono centinaia e varrebbe la pena visitarli tutti. Sono tradizione, festa e condivisione… talmente accoglienti da farti credere di non esserti spinto troppo lontano da casa.
Per scegliere quello giusto, lasciati ispirare e guidare dal tup naso: segui il profumo di stufato, di pesce fritto e, naturalmente, l’odore pungente della Guinness e saprai di essere giunti a destinazione!
Una calda atmosfera
Dietro la porta d’ingresso troverai un mondo a parte, coinvolgente, in cui rintanarti, che, con la sua “magia gotica”, avrà il potere di intiepidire perfino le gelide serate dicembrine. Nella penombra, cullato dal vociare degli altri clienti, avrai la sensazione di essere in famiglia!
Ogni giorno, generalmente dalle 15 alle 22, gli artisti emergenti ti catapulteranno nel verde brillante delle brughiere del Ring of Kerry o nei paesaggi aspri del Connemara, facendoti ballare sulle note frizzanti della musica country o di quella folk.
E persino chi, come me, non beve alcolici, faticherà ad andare via… magari stupendosi addirittura a scoprire una birra che risponderà ai suoi gusti (io, ad esempio, ho apprezzato la Kilkenny, una schiumosa rossa).
I pub imperdibili
Con Alessandro, abbiamo avuto modo di esplorarne diversi: imperdibile è senz’altro il Temple Bar, con le sue stanze rosse e la statua dedicata a Joyce e al suo Gente di Dublino a darvi il benvenuto, ma merita anche il vicino The Norseman, più intimo e tranquillo, ma ugualmente frequentato.
Nello stesso quartiere, particolarmente apprezzabile è The Old Storehouse (consigliatissima la porzione gigante di ali di pollo!) e il Porterhouse, di cui, in centro, esistono due sedi: una in Parliament Street (Porterhouse Temple Bar) e l’altra in Nassau Street (The Porterhouse Central); se l’ultimo conserva un clima conviviale, ma rilassato, il primo è più caratteristico, con gli interni in legno e rame e i suoi ambienti snodati su vari livelli, con un palco sospeso nella tromba delle scale dove si esibiscono i musicisti. Ma la particolarità di entrambi non è l’arredamento: tutte le birre sono autoprodotte dal Porterhouse Brewery, un micro birrificio artigianale, dunque non chiedete la Guinness!
Degni di nota sono anche The Celt, dall’altra parte del fiume Liffey, O’Neill’s (lo stufato alla birra è da leccarsi i baffi!) e l’Oliver St. John Gogarty, che offre un menù più turistico. Seguono inoltre: The Church, dalla location a dir poco suggestiva (il pub è situato all’interno di una chiesa sconsacrata, con le navate adibite per la ristorazione), il Brazen Head (il più antico pub d’Irlanda, risalente addirittura al 1198, frequentato anche da Jonathan Swift), il vittoriano The Stag’s Head, con l’imponente testa di cervo a “controllare” i clienti all’ingresso, e il Davy Byrnes in Duke Street, dove Leopold Bloom, protagonista dell’Ulisse di James Joyce, ordina un bicchiere di vino e un panino al gorgonzola.
Non solo birra
Sebbene non si tratti di pub, a proposito di gustosi manicaretti non possiamo non citare due posti irrinunciabili, dove a nostro avviso potrete mangiare il fish and chips più buono della città: Leo Burdock Christchurch e Beshoff Bros! Leo Burdock è aperto dal 1913 e i suoi ristoranti sono tuttora mèta di personaggi illustri e famosi (Naomi Campbell, gli U2 e Bruce Springsteen sono solo alcuni dei nomi che potremmo citarvi); il secondo è di poco più giovane, dato che ha aperto i battenti nel 1939, ma è molto competitivo e tappa obbligata per i celiaci, poiché offre le stesse leccornie anche in versione gluten-free!
In ogni caso, qualunque sia la tua scelta, non dimenticare che molte cucine chiudono tra le 21.30 e le 22 e dopo quell’orario sarà possibile solo bere o assaggiare un dessert.
E mi raccomando: alla domanda “Do you fancy a few scoops?” sii sempre pronti a rispondere: “Sláinte”!
Curiosità: a Novembre 2020, quando l’Irlanda si trovava nel pieno del secondo lockdown per cercare di fronteggiare il dilagare del Covid-19, per aggirare la chiusura dei locali, quattro amici di Dublino hanno acquistato un biglietto aereo di 9.90 euro in modo da avere accesso ai terminal, unico luogo in cui fosse possibile trovare pub aperti! Così, invece di imbarcarsi e partire per Londra, i ragazzi hanno ordinato le loro Guinness, di cui non potevano proprio fare a meno.
LO ZAINETTO DI KALIPÈ
- Libri: Gente di Dublino, Ulisse, di James Joyce; Diario d’Irlanda, di Heinrich Böll
- Guide: I Meridiani-Irlanda, Irlanda – National Geographic, Irlanda – Touring Club italiano, Dublino – Marco Polo
- Canzoni: In un giorno di pioggia, Modena City Ramblers; The Wild Rover, The Dubliners; Il cielo d’Irlanda, Fiorella Mannoia